GOLIARDICA EDITRICE

La necessità del silenzio

casa editrice: GOLIARDICA EDITRICE

categoria: poesia e narrativa

autore: Iacobelli Marco

pagine: 134

formato: 15x21

prezzo: 12,00 €

edizione: 2011

codice ISBN: 978-88-7873-109-7

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Descrizione

Il silenzio è l'arbitro, lo spartiacque, il cordone che unisce mondo interno e mondo esterno in uno scambio ininterrotto. Il silenzio è il volto misterioso delle cose: sul quale si delineano, cangianti, i tratti del nostro appartenere.
\ Il titolo di questa raccolta si rifà ad una necessità, che non è solo ad appannaggio del poeta o dell'artista, ma dovrebbe essere un presupposto fondante sul quale ergere le nostre esistenze, per lo più distratte, smarrite, assenti, disperse in un caos frenetico e convulso senza apparente destinazione, senza dei valori chiari e vivificanti a cui tendere. Silenzio non è assenza, ma essenza prolifica e benefica che consente di liberarsi dal superfluo, da ciò che ci intossica; la poesia è lo strumento che ci permette di ambire ad un boccata guaritrice e rigenerante.

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Presentazione del critico

Qualche anno fa, in uno degli incontri del gruppo di poesia “La fabbrica dei sensi”, cui anche Marco sarebbe poi approdato, qualcuno osservava che molti sono i verseggiatori e pochi i poeti.
\ C’è chi scrive versi soltanto nello sfogo adolescenziale di sentimenti impetuosi, in una sorta di diario privato; chi fa esercizio di tecnica, nell’imitazione dei classici o nella ricerca di improbabili avanguardie; chi baratta scritture prosastiche, spezzando le frasi con molti “a capo”, per poesia.
\ E infatti la poesia, come genere letterario, si trova nella paradossale situazione di annoverare più scrittori che lettori.
\ Per Marco Iacobelli la poesia non è temporanea consolazione o erudito esercizio stilistico, ma la sostanza stessa dell’universo, l’anima delle cose, l’alito della vita. Marco vive di poesia e legge ogni cosa con gli occhi del poeta, ripercorrendo, dietro il frastuono della società dei consumi, della tecnologia e della fretta, strade ancestrali dell’umanità, dove silenzio e parola si intersecano fino a confondersi perché il loro infrangibile legame è la struttura invisibile del mondo, la segreta armonia che altri hanno intravisto nel linguaggio della matematica o della musica. Marco riscopre i sentieri dei canti degli aborigeni australiani, il poiein degli antichi aedi, creatori del mondo per ispirazione divina, il fanciullino eterno che, come Ciàula di Pirandello, cade estatico di stupore (meraviglia svanita) davanti alla Luna, oggi perduta nell’arroganza delle luci artificiali e nel disincanto di un mondo sopraffatto dal criterio dell’utile.
\ Marco si immerge nel profondo silenzio degli abissi primordiali, l’immutabile centro, per cercare, aldilà di un mondo di effimere apparenze, il significato ultimo delle cose. Forse inconsapevolmente ripercorre, inseguendo astri, spifferi di luce, squarci d’ignoto, la scia della riflessione teologica e mistica sul silenzio come “soglia di questa porta attraverso la quale tutto si separa e tutto si incontra” . La necessità del silenzio rinvia, come dice André Neher, al Nulla, “ridiventato il luogo-tenente dell’Essere. Allora, attraverso le fenditure vulcaniche della creazione, sorgono le falde del silenzio, e innanzi tutto quelle due falde che il silenzio svolge e srotola fino all’infinito degli spazi e dei tempi e che ricoprono le dimensioni dell’essere a guisa di un lenzuolo e di una coltre funebre, intendo dire quei due universi eterni e silenziosi che sono la Notte e la Morte.”
\ L’assedio del nulla in cunicoli di assenza diventa il varco per una piena d’estasi, per il sotteso mistero dell’umanità, sulla terra che credevo perduta, scivolata dalla mani di Dio, nell’incessante sofferta ricerca del trascendente fra caos e cosmos.
\ Dal primo testo all’ultimo il silenzio che si sporge sul vuoto duetta con la voce della parola, “una sottile voce di silenzio”, come quella che rivela al profeta Elia la presenza misteriosa di Dio.
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Amore e vita palpitano e bisbigliano fra le cangianti sponde dell’alba e i bordi appannati della notte per perdersi in uno spiluccare di stelle nel paniere del cielo.
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Gabriella Burba
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