Appuntamenti

27/02/2009

Miramar addio

Presentazione della nuova edizione del libro di Romana De Carli Szabados 'Miramar addio' a Trieste.

\ \ Nella cornice del 18° Premio al Giornalismo organizzato dall’Akademia dei Sbandai di Venezia si è tenuta la presentazione della nuova edizione di “Miramar addio”, ritratto storico-psicologico di Massimiliano d’Asburgo scritto da Romana De Carli Szabados. L’evento s'è svolto venerdì 27 febbraio 2009 presso il ristorante “Al Granzo” di Trieste, sito in piazza Venezia, in cui, dallo scorso 19 dicembre, è nuovamente presente la statua dello sfortunato Imperatore del Messico.
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\ Qui di seguito si riporta l'articolo di Grazia Palmisano pubblicato il giorno precedente l'evento sul quotidiano Il Piccolo.
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Massimiliano e Carlotta, ambizioni fatali

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\ Un luogo dell’anima è stata Trieste per l’arciduca Ferdinand Max d’Asburgo, biondo «eterno fanciullino», romantico, idealista sognatore, così diverso dal fratello primogenito Franz Joseph di due anni maggiore di lui. Appassionato naturalista, ma soprattutto amante del mare come nessun altro della sua stirpe, non a caso Massimiliano rimase affascinato da Trieste, città di mare, appunto, e non a caso volle far costruire – commissionando il progetto a Karl Junker nel 1954 – il castello di Miramar, quel bianco castello ad ogni angolo del quale «si doveva scorgere il mare», dimora che divenne per lui non solo un magico richiamo, ma l’unico punto fermo di un’esistenza che si concluse drammaticamente in Messico, con la morte avvenuta il 19 giugno 1867 a soli 35 anni. Sarà presentato domani, alle 13, in un ristorante sulle rive «Miramar addio» (edizioni Goliardiche, pagg. 192) di Romana de Carli Szabados , libro – a parlarne Enrico Mazzoli, tenente colonnello della Polizia municipale, giornalista e scrittore – giunto alla seconda edizione proprio in concomitanza alla collocazione in piazza Venezia della statua di Massimiliano. L’autrice, nata a Pola, veneziana d’adozione, laureata in lingue e letterature straniere a Ca’ Foscari, traduttrice, giornalista, operatrice culturale, è una profonda conoscitrice delle etnie, e, in particolare, studiosa di quella dinastia aburgica ai cui protagonisti ha dedicato oltre una decina di pubblicazioni. Ne sono usciti ritratti dall’acuta introspezione, incisive analisi psicologiche che si insinuano tra le pieghe più riposte della personalità di quei protagonisti il cui destino sembra configurato da un oscuro disegno, trappola di inquietudini, ambizioni, male di vivere, solitudine, follia, morte. Oscuro disegno che, da Maria Theresia a Maria Luisa e al duca di Reichstadt, da Francesco Giuseppe a Sissi, a Massimiliano e Carlotta, a Rodolfo e Mary Vetsera, a Zita e Carlo I, la de Carli Szabados cerca di compenetrare attraverso pagine di precisa documentazione e appassionante lettura. Che cosa se non l’ambizione spinse Max, «pervaso dalla mania di grandezza», già governatore del Lombardo Veneto e comandante in capo della Marina, che nacque con lui, ad accettare la fatale corona del Messico? Ambizione nutrita in egual misura dalla volitiva Carlotta, la moglie sterile, innamorata e gelosa, consapevole che quell’«aristocratico Casanova» che era l’arciduca, non l’amava come lei avrebbe voluto. E allora forse pensò di «supplire la passione amorosa con la cura per il potere, l’unica cosa che avrebbe attratto l’attenzione di Max». Ma la fine del sogno, laggiù in quell’impero di cactus e polvere, tra infide manovre politiche e l’ambigua astuzia di Napoleone III, fu per Carlotta l’inizio della pazzia. In occasione della presentazione di «Miramar addio» ci sarà la premiazione dei vincitori del «Premio di Giornalismo» che, giunto alla XVIII edizione, viene assegnato a Trieste per la prima volta. I premiati sono l’inviato di Repubblica Paolo Rumiz, che sarà presentato dallo stesso Mazzoli, e la giornalista del Piccolo Arianna Boria, introdotta dalla scrittrice e giornalista Lisa Corva. Premiato sarà anche Renzo de Vidovich, presidente della Fondazione Rustia Traine e dell’associazione che rappresenta i dalmati nel mondo: di lui parlerà Enrico Fraulini. Verrà anche assegnato il «Premio alla donna», destinato a Italia Giacca. Il «Premio del Giornalismo» che ha cadenza annuale, ideato da Romana de Carli Szabados e promosso dalla veneziana Akademia de i Sbandai, ha una lunga e prestigiosa tradizione. Dedicato a Fiorello Zangrando, avvocato e giornalista de «Il Gazzettino», il premio, nel corso delle sue numerose edizioni, è stato assegnato a personalità di spessore, quali Gian Luigi Rondi, critico cinematografico, Andrea Tornielli de «Il Giornale», Sergio Tazzer regista televisivo, Vittorio Branca, letterato e già direttore della Fondazione «Giorgio Cini». Tra i premiati nella XVII edizione, Corrado Belci di Pola.

\ Grazia Palmisano
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Autori

Romana De Carli Szabados